Torino è sempre stata legata a leggende e miti di culti esoterici, tanto da conquistarsi l’appellativo di “città magica”.
Fra questi il mito di Fetonte figlio di Elio e Iside, che per dimostrare la propria forza, chiese al padre il permesso di guidare il carro del sole.
Tuttavia a causa della poca esperienza, i cavalli si imbizzarrirono e iniziarono a correre per la volta celeste, bruciandone la parte superiore.
Per porre fine a tale devastazione Zeus, scagliò un fulmine contro il carro, facendolo precipitare.
Il carro cadde nel fiume Eridano (termine greco che indica il fiume Po), nella zona dove nei secoli successivi fiorì la città di Torino.
A sostenere questa tesi, un altro presupposto magico è dovuto al fatto che la città sorgerebbe nel punto in cui il fiume Po (che rappresenta il Sole) e la Dora (che sarebbe la Luna) confluiscono…
La tradizione narra inoltre che la Fontana dei Dodici Mesi, situata nel Parco del Valentino sorga esattamente nel punto dove cadde il carro dello sfortunato Fetonte.
Sospesa fra il bene e il male, Torino è l’unica città che fa parte sia del triangolo di magia bianca (benefica), che vede agli altri vertici Praga e Lione; sia di magia nera (satanismo) i cui lati toccano Londra e San Francisco.
Dunque secondo le leggende il capoluogo piemontese sarebbe sede di una continua lotta tra luce e tenebre, forze del bene e del male, che si insinuano fra le strade, le piazze e i monumenti della città.
Il cuore “bianco” si colloca nella zona intorno a Piazza Castello, mentre il centro di magia nera si trova in Piazza Statuto.
Inoltre il 45° parallelo passa per il centro della città e questo accumulerebbe una grande quantità di energia positiva.
A Torino l’esoterismo è presente in diversi monumenti, chiese, palazzi; inoltre sparsi per la città ci sono simboli magici, mascheroni, diavoli, draghi, meduse, serpenti che si sporgono dai meravigliosi edifici del centro storico.
Se questi temi vi appassionano e vi piace leggere, potrete approfondire la vostra conoscenza con i numerosi libri che trattano di tali argomenti.
Esiste inoltre un tour organizzato che porta alla scoperta di questi luoghi con una guida che racconta le leggende e i misteri legati alla città di Torino.
Il Tour Torino Magica è un percorso serale, che si svolge il giovedì e il sabato tra enigmi massonici e simboli esoterici.
Il percorso inizia dal cuore “nero” della città: Piazza Statuto, si prosegue poi con il Rondò della Forca e Piazza Solferino dove è collocata la Fontana delle Quattro Stagioni, le cui figure sono state considerate dalla stessa Chiesa Cattolica come immagini d’ispirazione massonica.
Le vie successive che si percorrono a piedi, sono principalmente occupate da banche e palazzi caratterizzati da simboli esoterici.
Di particolare interesse è il Palazzo del Diavolo, legato a numerose leggende e già precedentemente sede della Fabbrica dei Tarocchi.
Il tour procede poi verso la parte “bianca” di Torino, che da Piazza Castello arriva all’ultima tappa dell’itinerario: la Chiesa della Grande Madre di Dio.
Di seguito i luoghi più suggestivi della Torino misteriosa da non perdere…
PIAZZA STATUTO
Questo luogo è considerato il cuore nero del capoluogo subalpino, per vari motivi: è situata a occidente, in prossimità della porta Decumana (nell’antichità rappresentava la porta del regno dei morti); inoltre in epoca romana nella zona dove si trova oggi la piazza, erano collocate la necropoli e la vallis occisorum, ovvero dove venivano giustiziati i condannati a morte, che per secoli rimase in questo punto della città.
Solo in seguito i francesi decisero di spostare il patibolo tra corso Regina Margherita e via Francesco Cigna, nel luogo chiamato dai torinesi “Rondò dla furca”, rondò della forca, diventato di uso comune tanto che ai giorni nostri è inserito nelle mappe di Google.
Al centro della piazza si trova un grande monumento: la fontana del Traforo del Frejus, nato da un’idea del Conte di Veglio, presidente dell’Accademia delle Belle Arti e terminato nel 1879.
Si tratta di una piramide costituita da grandi pietre che provengono appunto dal Traforo del Frejus con in cima un Genio Alato che porta sul capo una stella a 5 punte.
Sui vari sassi della fontana si trovano le statue di alcuni Titani abbattuti dal Genio Alato.
Seguendo lo spirito positivista del periodo in cui l’opera fu fatta, la statua sarebbe un’allegoria della vittoria della Ragione (il Genio Alato) sulla forza bruta (i Titani).
Altri hanno interpretato il monumento come una sorta di memoriale per coloro che perirono durante questi lavori.
Ma vi è anche un’interpretazione diversa che vede il genio alato come la personificazione di Lucifero, che porta sul capo una stella a cinque punte (considerata simbolo del satanismo) che dal 2018 è sparita, non si sa se sia stata rubata o distrutta dalle intemperie.
Le figure situate sotto l’angelo rappresenterebbero le anime dei dannati dell’Inferno, mentre lo sguardo e le mani di Lucifero rivolte verso il basso indicherebbero la porta dell’Inferno.
Infine un ultimo elemento che lega Piazza Statuto alle forze oscure è l’obelisco geodetico, detto anche Guglia Beccaria, sulla cui sommità sorge un astrolabio, che indicherebbe il cuore delle potenze maligne della città.
Vicino alla piazza, tra Via Lessona e il parco della Pellerina si trovava la cascina Morozzo, dove pare alloggiò Nostradamus venuto a Torino verso la metà del 1500.
L’edificio fu abbattuto intorno al 1960 per costruire nuovi fabbricati.
A testimonianza della probabile visita, una lapide che riporta un testo francese datato 1556: “Nostradamus ha alloggiato qui, dove c’è il Paradiso, l’Inferno e il Purgatorio.
Io mi chiamo la Vittoria, chi mi onora avrà la gloria, chi mi disprezza avrà la rovina intera”.
La lapide fu rimossa al momento della demolizione, inizialmente sparita, fu poi ritrovata, oggi è custodita da Renucio Boscolo, uno dei massimi interpreti delle quartine di Nostradamus.
Il motivo del soggiorno di Nostradamus a Torino è ancora dubbioso, alcuni biografi lo motivano con una richiesta di consulto da parte del re Emanuele Filiberto per curare la sterilità della moglie Margherita di Valois, altri riportano che Nostradamus si fosse recato in città per approfondire e confrontarsi sui suoi studi sull’alchimia.
RONDO' DELLA FORCA
Situato a pochi metri da Piazza Statuto, simbolo per eccellenza della magia nera, oggi appare come una rotonda che collega corso Regina Margherita, corso Valdocco, corso Principe Eugenio e via Cigna.
Il nome Rondò della Forca è stato tramandato dalla tradizione popolare, poiché qui tra il 1835 e il 1853, avvenivano le esecuzioni dei condannati a morte per omicidio e cospirazione.
All’epoca delle esecuzioni la zona era molto diversa, si trovava vicino alla prigione (situata nell’attuale via Corte d’Appello) e sorgeva in aperta campagna, tra prati, fossi, qualche casa e grandi pini.
Era stata scelta quest’area per le esecuzioni, perché poteva ospitare un gran numero di spettatori: le esecuzioni dovevano essere pubbliche per mostrare che il colpevole veniva punito e dovevano fungere da monito per i cittadini.
La forca veniva innalzata di volta in volta, per evitare atti vandalici, era composta da due pali in legno inseriti nei fori centrali di due grandi macine da mulino fissate al terreno, sulla cui sommità si posava una trave trasversale.
Su quest’ultima si posavano due scale contrapposte: su una saliva il boia, sull’altra il condannato già dotato di cappio al collo.
La corda del cappio veniva poi fissata alla trave, il boia dava una energica spinta al condannato, che restava così appeso nel vuoto e soffocato.
Nel 1853 le due macine furono spostate e collocate alla fortezza della Cittadella dove restarono fino al 1890, anno dell’abolizione della pena di morte (l’ultima esecuzione avvenne nel 1864).
Nel punto in cui era collocato il patibolo, oggi sorge una statua dedicata a un personaggio molto amato dai condannati a morte: San Giuseppe Cafasso.
Noto anche come il “prete della forca”, accompagnava i carcerati destinati all’esecuzione fino al momento dell’impiccagione.
Un altro luogo legato al triangolo della magia nera e vicino al rondò della forca, è via Bonelli, dove al numero civico 2 di una strada stretta e quasi mai illuminata dal sole abitava Piero Pantoni, l’ultimo boia di Torino.
Una strana sensazione si avverte ancora oggi quando si passa per questa via...
PORTONE DEL DIAVOLO
Un altro simbolo di magia nera oscura il portone di Palazzo Trucchi di Levaldigi, più noto come Portone del Diavolo, situato tra via XX Settembre e via Alfieri, oggi sede della Banca Nazionale del Lavoro.
Fu costruito nel XVII secolo, su progetto dell’architetto Amedeo di Castellamonte e commissionato dal Ministro delle Finanze Giovanni Battista Trucchi Conte di Levaldigi.
Il portone è ornato con frutta, amorini, fiori, ma la particolarità che ha contribuito al soprannome odierno che porta, è il batacchio centrale, composto dalla faccia di un diavolo con due serpenti che unendosi formano la maniglia.
Gli appassionati di esoteresotericiismo collegano la presenza del portone del diavolo con il fatto che nel Seicento ospitava la Fabbrica dei Tarocchi, considerandolo come uno dei luoghi più legati alla magia nera a Torino.
Tante sono le leggende legate al palazzo, si narra che il portone sia comparso in una notte durante la quale uno stregone invocò Satana, che per dispetto lo imprigionò per sempre all’interno del portone stesso.
Ma non è solo la figura del diavolo a rendere l’edificio ricco di mistero, vi sono anche improvvise sparizioni e morti inspiegabili, una su tutte la storia del Maggiore Melchiorre Du Perril, scomparso nel 1817 e ritrovato vent’anni dopo, murato tra due pareti; o della ballerina Emma Cochet che morì accoltellata durante una festa in maschera alla fine dell’Ottocento.
Oltre al portone del diavolo, ne esistono altri intagliati in legno molto interessanti per il nostro percorso sui misteri di Torino.
Basta soffermarsi in via Alfieri 19 e piazza Solferino 7 per osservare motivi che ricordano i simboli usati nella massoneria, come il compasso, la squadra, il goniometro, l’astrolabio, l’acacia.
Oggi palazzina di civile abitazione, si dice che in passato abbia ospitato una loggia massonica.
OCCHI DEL DIAVOLO
In via Lascaris angolo via San Francesco d’Assisi, c’è un palazzo, oggi sede di una banca, che il passato ospitava una Loggia Massonica.
Lungo il perimetro dell’edificio si trovano delle strane fessure a forma di occhi, che probabilmente dovevano essere dei punti di sfiato o di illuminazione per i locali nel sottosuolo.
Nel corso degli anni, a causa della loro forma, si è diffusa la credenza che si trattasse degli occhi del diavolo, così la zona è entrata a far parte dei luoghi torinesi legati alla magia nera.
In effetti la forma scelta per creare queste aperture è davvero singolare, sarà davvero un caso o c’è qualcosa di più… lasciamo la risposta alla vostra immaginazione!
FONTANA ANGELICA
Torino magica ha anche un capitolo dedicato alla massoneria: ci spostiamo in piazza Solferino, dove una fontana è nota per la sua presunta simbologia esoterica, di ispirazione massonica.
A volerne la costruzione fu Pietro Bajnotti, ministro di casa Savoia, con la volontà di dedicare la fontana ai genitori defunti.
Il ministro aveva disposto nel suo testamento che la fontana prendesse il nome della madre, Angelica e fosse situata in piazza San Giovanni, lasciando per questo scopo la somma di 150.000 lire alla città di Torino.
Il progetto fu affidato allo scultore Giovanni Riva, che creò una fontana composta da quattro figure, due femminili e due maschili.
Le figure femminili, Primavera ed Estate, rappresentano il vizio e la virtù, unitamente alle due diverse forme di conoscenza, una alla portata di tutti (essoterica) e una per gli iniziati, dunque esoterica.
Le figure maschili rappresentano Autunno e Inverno e raffigurano Boaz e Joaquim, i leggendari guardiani delle Colonne d’Ercole.
Entrambi i personaggi reggono otri dalle quali sgorga l’acqua, rappresentazione della conoscenza.
Inoltre osservando la fontana da lontano si nota come tra le due figure maschili si apra un varco rettangolare, ulteriore conferma che Autunno e Inverno sono i due guardiani che portano alla conoscenza.
La fontana, ricca di simbolismi, fu inaugurata nel 1929,ma spostata in piazza Solferino, proprio a causa delle numerose simbologie che erano in contrasto con il luogo che ospitava il Duomo di Torino.
La fontana sembra proprio racchiudere in sé un significato più profondo dedicato agli iniziati massonici e in particolare che ricostruisca il percorso interiore dell’iniziato per arrivare alla vera conoscenza.
La magia bianca, a differenza di quella nera, è mossa da intenzioni benefiche, positive, altruistiche e ha come obiettivo la realizzazione interiore o il raggiungimento della verità e luce spirituale, a cui allude il colore bianco.
Di seguito i principali simboli legati alla magia bianca.
PIAZZA CASTELLO
In piazza Castello, la zona dove sorge Palazzo Reale, si dice che segni il confine tra magia bianca e magia nera.
In particolare il cancello del palazzo, con le due statue dei Dioscuri, Castore e Polluce, separa la zona est da quella ovest, dove il sole tramonta, come una linea immaginaria che divide il bene dal male.
Gli esoterici inoltre affermano che l’epicentro dell’energia positiva sia da dove sorge Palazzo Reale, dai Giardini Reali alla Fontana dei Tritoni.
Sulla piazza si affaccia anche la cupola della Cappella della Sacra Sindone, progettata da Guarino Guarini, che ospita il talismano più potente della Cristianità: la preziosa reliquia della Santa Sindone, il telo che avvolse il corpo di Gesù dopo la crocifissione, oggi uno dei più importanti simboli della fede cristiana.
Per quanto riguarda i sotterranei di piazza Castello, la leggenda narra che qui si trovino le Grotte Alchemiche, luoghi di alta concentrazione di energia, dove i pensieri dell’inconscio possono essere materializzati…
MUSEO EGIZIO
Gli esperti di esoterismo sostengono che alcuni reperti conservati al Museo Egizio di Torino siano legati alla magia bianca e allo stesso tempo a quella nera.
Il museo sarebbe dunque un enorme campo energetico di forze della luce e delle tenebre.
Tra gli oggetti a cui sono attribuite le cariche negative ci sono quelli del faraone Tutankhamon e la piccola testa mummificata di Seth, dio della tempesta, del deserto e del disordine.
Invece molti dei reperti dotati di carica positiva, riguardano il faraone Thutmosi III, considerato precursore dell’Alta Magia e maestro nelle discipline esoteriche.
MOLE ANTONELLIANA
Il simbolo architettonico della città di Torino, oltre ai significati più conosciuti (Sinagoga, Monumento all’Unità Nazionale, oggi Museo Nazionale del Cinema), è anche uno dei simboli esoterici di magia bianca.
Secondo gli esperti di esoterismo, sarebbe un’enorme antenna che irradia energia positiva presa dal sottosuolo della città.
Una leggenda narra che la Mole Antonelliana custodisca il Sacro Graal, poiché la statua della Fede posta davanti alla chiesa della Gran Madre, avrebbe lo sguardo rivolto proprio verso l’edificio progettato dall’architetto Antonelli.
Pensate che durante il suo soggiorno torinese (fra il 1888 e il 1889) Friedrich Nietzsche amava pranzare nei dintorni della Mole Antonelliana per godere dei suoi benefici influssi positivi…vi riportiamo un estratto di una lettera scritta ad un amico: «Prima sono passato davanti alla Mole Antonelliana, l'edificio più geniale che forse sia mai stato costruito - stranamente, non ha ancora un nome - in virtù di una spinta assoluta verso l'alto - non rammenta niente di simile eccettuato il mio Zarathustra.
L'ho battezzata Ecce homo, e mentalmente l'ho circondata di un enorme spazio libero».
CHIESA DELLA GRAN MADRE DI DIO Situata ai piedi della collina torinese, la chiesa della Gran Madre di Dio è considerata uno dei luoghi più importanti di magia bianca. Ai due lati dell’ingresso vi sono due statue, una rappresenta la Religione, l’altra statua tiene in mano un calice e rappresenta la Fede. Per gli amanti dell’esoterismo il calice simboleggia il Sacro Graal, mentre lo sguardo della statua della Religione indicherebbe il percorso da seguire per trovarlo, forse la Mole Antonelliana e Palazzo di Città, oppure Moncalieri che nel Medioevo ospitò i Templari.